Probabilmente se ti parlo di Maremma e di vini, il primo pensiero che ti viene in mente sono i rossi. Ed è normale che sia così, considerato che questa terra è storicamente conosciuta per questa varietà, ma in realtà sempre più negli ultimi anni si è affermata anche per la produzione di vini bianchi. Ed oggi ti voglio parlare del Vermentino in una nuova veste che va un po’ oltre il solito concetto del calice da bere fresco in riva al mare d’estate. Cantina Vignaioli Morellino di Scansano, infatti, ha deciso di provare a dimostrare come anche quest’uva possa godere di un affinamento lungo e, quindi, il vino possa essere degustato piacevolmente non solo durante l’annata, ma anche in quelle successive. Nasce così San Bruzio, etichetta che va ad arricchire la linea Le Vigne.

Da una rivisitazione del disciplinare, una nuova tipologia di Vermentino
É stata una rivisitazione del disciplinare a dare il “la” a quest‘idea di un Vermentino che possa godere di una maggiore longevità. Questa rivisitazione prevede un Superiore che deve uscire oltre un anno dopo la vendemmia. “Accarezzavamo da tempo l’idea di lavorare sul lungo affinamento del vermentino – spiega Benedetto Grechi, Presidente di Cantina Vignaioli Morellino di Scansano – e con San Bruzio ci siamo riusciti. Vogliamo esplorare tutte le sfumature e raccontare la versatilità di questa varietà, che nella Maremma ha trovato il luogo ideale, dove le sue caratteristiche possono esprimersi al meglio. Nella linea Le Vigne erano già presenti San Rabano Vermentino Maremma Toscana Spumante DOC e Vigna Fiorini Vermentino Maremma Toscana DOC. Proprio la degustazione di alcune vecchie annate del Vigna Fiorini ci ha fatto capire che il vermentino ha un interessante potenziale di invecchiamento. Da lì l’idea del San Bruzio. Si tratta di un vino che si può bere giovane, ma regala note e sensazioni straordinarie a due o tre anni dalla vendemmia”.

Un vitigno complesso
Questo nuovo vino bianco prende il nome dall’antica canonica di San Bruzio, costruita attorno all’Anno Mille a ridosso del borgo di Magliano in Toscana (Grosseto), forse sulle spoglie di un tempio pagano. Oggi rimangono solo i resti dell’edificio, ma il fascino del luogo è immutato, tanto che una leggenda narra che il Destino alberghi proprio in queste terre. San Bruzio viene prodotto con uve vermentino, coltivate a cordone speronato su un terreno arenario limoso. Circa un terzo dei grappoli utilizzati viene raccolto a maturazione regolare mantenuto in cella, mentre il resto rimane in vigna per altre due settimane, per favorire lo sviluppo di aromi fruttati. Dopo 48 ore di macerazione a freddo con le bucce, si estrae e fermenta il mosto fiore; segue affinamento in acciaio per sei mesi assieme alle fecce fini. Una volta pronto, il vino viene imbottigliato a partire dal mese di luglio successivo alla vendemmia.
Abbiamo parlato di affinamento in acciaio, questo perchè tra le caratteristiche di questo Vermentino troviamo che nasce da un vitigno in sé complesso. Tutte le sfumature che si possono avvertire in degustazione non sono frutto di una macerazione in legno che ha conferito nuovi sentori, tutto viene direttamente dalla vigna. E, anzi, va sottolineato come uno degli elementi più importanti per ottenere un Vermentino di qualità è la pressatura perché abbiamo a che fare con acini ovali piuttosto grandi, quindi il rischio è che se si pressa troppo ci si porta dietro troppo tannino e un po’ di acidità.

San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana Doc 2023
San Bruzio è un vino bianco Vermentino in purezza. Presenta un bel carattere floreale di ginestra e tiglio. Lo accompagnano note classiche di frutta come pere e mela ma già riusciamo ad avvertire delle note di frutta esotica ed una costante sapidità salmastra. In realtà, San Bruzio non è stato l’unico protagonista di questo test per capire se questa tipologia di vino può avere una maggiore longevità. Ad accompagnarlo in degustazione anche Vigna Fiorini Vermentino Maremma Toscana DOC con le annate 2021, 2020, 2019 e 2018. E devo dire che sono state delle perfette colonne di questa prova perché hanno dimostrato come, nonostante vendemmie caratterizzate da condizioni climatiche molto diverse l’une dalle altre che ovviamente si riflettono nel calice, il Vermentino è rimasto costante, imprimendo il suo stile marino, molto sapido e fresco. Un’interessante degustazione che ha permesso di superare il pregiudizio che questo vino sia buono solo se degustato in annata.