É nato in America da una famiglia di origine istriana. Ha un carattere risoluto e deciso ed un’anima sicuramente poliedrica. É sempre molto attento a tutto quello che succede intorno a lui con uno sguardo critico e curioso. Ho intervistato Joe Bastianich in una buia mattina di pioggia a Milano, incastrando la nostra chiacchierata tra i suoi tanti viaggi ed impegni. Guarda il video e leggi qui l’intervista!
Joe Bastianich, veramente un giudice cattivo?
Joe, noi ti conosciamo tutti come il giudice cattivo della televisione italiana, con un carattere risoluto e non te ne frega del giudizio degli altri. Però so che in realtà eri un bambino un po’ timido. Com’è nata questa trasformazione?
Joe Bastianich: in realtà, non è una trasformazione. É un ruolo televisivo creato nel mondo dei reality, magari per nascondere inizialmente tanti anni fa che non parlavo l’italiano. L’ho imparato facendo la televisione. Ci sono vari motivi, anche il mio atteggiamento verso i clienti sul programma, il mio essere programma, la gestione del programma e del personale del ristorante. Magari nel taglio durante gli anni hanno amplificato quello che potrebbe essere il “cattivo Joe”.
Ok, il “cattivo Joe”. E in realtà nel tuo carattere ritroviamo la tipica attitudine al successo degli Stati Uniti, ma anche la concretezza ed il pragmatismo del Friuli. Com’è il tuo rapporto con questo territorio?
Joe Bastianich: Diciamo più che altro con l’Italia. La mia famiglia non è friulana, noi siamo istriani immigrati in America. Quando tanti anni fa, 30 anni fa, mi sono messo a fare vino, sono capitato in Friuli. Mi hanno adottato, è un territorio che è molto bello per me, lì ho fatto delle cose molto belle nel mondo del vino. Poi negli anni ho cresciuto i figli in Friuli, a Cividale, Buttrio, sulle spiagge di Grado. Trieste è stata un po’ più la nostra città di riferimento dove tornavamo negli anni. Però il Friuli è un bel posto, mi sono sempre trovato super bene lì, grazie alla bella gente ed al fatto dell’agricoltura e di essere un produttore di vino nei Colli Orientali che è uno splendido terroir per creare vini bianchi top.
E secondo te si risente questo carattere nei vini del Friuli e anche nei tuoi?
Joe Bastianich: sì, il mio compito come produttore di vino è quello di non creare niente, ma di essere un facilitatore della natura e di esprimere il terroir dei Colli Orientali, questo terroir così particolare specialmente nella produzione di vino bianco, in ogni bottiglia che facciamo. E secondo me nei nostri vini c’è un senso del posto. Un vino che non ti porta al posto di creazione secondo me lascia una parte indietro.
Ci sono altri terroir in Italia dove ti piacerebbe produrre vino?
Joe Bastianich: già lo faccio. Abbiamo un’azienda in Toscana nella denominazione di Morellino di Scansano, abbiamo iniziato una nuova avventura che si chiama Akrille e in Sicilia nel DOCG di Cerasuolo di Vittoria sotto l’Etna.
Quindi zone anche particolarmente diverse tra di loro, dev’essere una bella avventura.
Joe Bastianich: sì, molto bello. La Sicilia è ancora tutta da scoprire, però i risultati sono molto interessanti. Anche la Toscana è un posto che mi è capitato tanti anni fa, un posto che mi sta nel cuore. Ho il privilegio di mettere il dito nel mondo del vino in tre territori diversi.
Parlando ancora di successo, spesso ci viene detto che se si vuole avere successo nella vita bisogna specializzarsi in una cosa e fare solo quella.
Joe Bastianich (sorpreso): chi te l’ha detto?
Un sacco di gente lo dice! (Joe squote la testa). Anche quando parliamo al nostro pubblico, ci dicono di scegliere una nicchia e rivolgerci sempre a quella. Mentre tu sei la dimostrazione che si possono fare molte cose, anche diverse da loro, e farle bene. Come si può fare?
Joe Bastianich: Inizialmente devi seguire la tua passione. E se riesci a trasformare la tua passione in un lavoro, non lavorerai mai nella tua vita. Poi con dei piccoli successi si possono creare delle cose che vanno in su, diversificare usando i successi già ottenuti. E così pian piano puoi fare tante cose nella vita. Non è sempre facile, anzi è un privilegio che ho avuto, però ho anche sempre avuto il coraggio di osare e di mettermi in un futuro non conosciuto. Ho anche accettato dei fallimenti perché sicuramente ho sbagliato e sbaglierò ancora, però è il coraggio di continuare che conta di più.
Tu parlavi di passione, secondo te quant’è il confine tra passione e professionalità durante il proprio lavoro? Può esistere solo uno di questi due elementi?
Joe Bastianich: se per professionalità intendi capacità, sicuramente devi avere la capacità di fare una cosa. Io sono della regola dei 10mila. Per fare una cosa bene, devi farla 10mila volte. La passione è lo stimolo, la creatività, la tua mente, e lasciare che quello che hai dentro si trasformi tramite la capacità in una cosa che potrebbe essere un lavoro o un’impresa o un’ambizione. Ma ci vogliono entrambi.
Tu hai aperto diversi ristoranti, sia in Italia sia all’estero. Di recente ne hai aperto uno qui a Milano in Porta Romana, com’è nata quest’iniziativa?
Joe Bastianich: dopo il Covid mi sono occupato di portare il meglio dell’Italia in America, tra vino e ristoranti, Eataly, Antico Vinaio, ecc. Ma dopo il Covid ho capito che in Italia c’era un appetito per tutto ciò che era autentico americano e durante il Covid abbiamo iniziato con Joe’s American BBQ e poi nel Mercato Centrale alla Stazione di Milano anche Joe’s American Smash Burger. É stato percepito molto bene, i clienti erano soddisfatti e curiosi e sentire questi sapori. E da lì abbiamo lanciato il primo ristorante in strada in Corso di Porta Romana 94, Joe’s American Smash Burger, dove cerchiamo di portare quest’interpretazione di hamburger fatto bene che non è scontato. Tutto viene fatto con un gusto ed una sensibilità molto americana. Stiamo ricevendo un bel riscontro verso questo nuovo locale.
Abbiamo detto che tu fai diverse cose, infatti suoni e canti. Dal punto di vista musicale, cosa dobbiamo aspettarci da te in futuro?
Joe Bastianich: stiamo lavorando su uno spettacolo di teatro che coinvolge racconto, musica, recitazione, un po’ di cose. L’ho già fatto anni fa qui a Milano con una versione che si chiamava “Vino veritas”, però in questo caso (non ha un nome ancora) cerchiamo di fare l’evoluzione di uno spettacolo che è un po’ un viaggio esistenziale mio che, però, può appartenere al pubblico che verrà a vederlo.
Mi incuriosisce molto! Parlando ancora di musica, se tu potessi fare un duetto con un qualsiasi artista, chi sarebbe?
Joe Bastianich: Un duetto? Oh Dio. Jimy Hendrix. Lui è il musicista che mi interessa che abbiamo sentito così poco e ha dato così tanto che mi piacerebbe sapere cos’altro potrebbe avere come musicista. Però in realtà sarebbero tanti.
Tu hai una chitarra del cuore? Di solito i musicisti ne hanno tante.
Joe Bastianich: sono tante le chitarre del cuore! Alcune sono speciali per l’annata di provenienza o per la storia che hanno avuto. Alcuen sono speciali perchè hanno avuto una storia con me. Secondo me ogni chitarra è importante, dentro di sé ha tante storie, tanta musica da portare al mondo fuori, e noi dobbiamo essere capaci tra il nostro rapporto con la chitarra e la nostra sensibilità di farla parlare.
Tu hai questo carattere particolarmente risoluto, ma sicuramente anche tu hai dei momenti no. In questi momenti, hai una sorta di “comfort song”?
Joe Bastianich: io veramente tanti gusti diversi in ambito musicale. Ad esempio, questa mattina che c’è la pioggia a Milano ho messo Miles Davis “Kind of Blue” che forse è uno dei dischi più importanti nella storia della musica, almeno degli ultimi 50 anni. Si tratta di un mood fantastico, una musica molto intellettuale. Dunque non è facile, devi essere pronto, non solo di ascoltarlo, ma anche di far lavorare un po’ la tua mente. Stamattina mi sono sentito così e ho deciso di ascoltare un po’ di jazz di Miles Davis, ma potrebbe essere anche country music o rock ‘n roll. Dipende dalla situazione.
Invece, parlando di motori, sei appassionato di auto o di moto?
Joe Bastianich: sì, di entrambi. Sono appassionato di auto d’epoca, infatti ho fatto tante volte la Mille Miglia e la faremo ancora l’anno prossimo, se tutto va bene. Mi piace molto il mondo italiano dei marchi dopo la guerra, Enzo Ferrari, Lamborghini… Mi piace tutto il mondo storico. Perché le macchine di quell’epoca portano una grande nostalgia per un’Italia che ovviamente non esiste più. Avevano un’estetica sentimentale, culturale… Mi piace provare a tornare in quel mondo, anche solo per due giorni come in una gara come la Mille Miglia o facendo un giro con le mie macchine. Si tratta proprio di una nostalgia per l’estetica ed il sentimento di quel periodo.
E dicevi anche le moto.
Joe Bastianich: le moto sì, ma di meno. Ho paura, ma sono super fan di Ducati. Ma non lo seguo come sport e non mi appartiene particolarmente.
E ora l’ultima domanda di rito per tutti quelli che passano da AB Style Magazine: cos’è per te lo stile?
Joe Bastianich: Uhm, lo stile. (Ci riflette, ndr). Secondo me sono tutte le scelte personali che fai. Dalla musica, da come ti vesti, dall’aspetto fisico, la barba, i capelli… Nel mio caso, io non li ho, quindi un problema in meno! “Personal style” è quando qualcuno magari ti guarda a 360 gradi e fa una valutazione di tutte le cose che tu rappresenti. Non è solo la moda o il fisico, è molto di più.