Tutti gli anni, immancabilmente, ci dividiamo tra l’eterno dilemma: panettone o pandoro? E sui social impazzano gli hashtag #TeamPanettone e #TeamPandoro. I puristi della tradizione urlano al sacrilegio quando sentono parlare di pandoro, la realtà dei fatti è che il panettone non a tutti piace per via dei canditi – anche se ormai ne esistono tantissime varianti senza canditi. Ad ogni modo, oggi parliamo proprio del pandoro artigianale. É innegabile che i più pensano subito al pandoro di Verona, ma in realtà si tratta di un lievitato che ha conquistato tutta l’Italia. Vediamo, quindi, quali comprare per il Natale 2024.
Il pandoro artigianale di Iginio Massari
Il maestro della pasticceria italiana propone per le feste il grande classico della tradizione natalizia. Massari punta tutto sulla semplicità, al motto di “less is more”, quindi ingredienti semplici e puri, senza particolari orpelli. La sua preparazione non cerca l’effetto wow con grandi fuochi d’artificio, è sufficiente la sua sapiente e laboriosa preparazione che si svela al momento della degustazione in una consistenza straordinariamente soffice che sprigiona tutto il prezioso aroma della vaniglia. Ovviamente a chiudere un velo di zucchero impalpabile.
Stellato di Da Vittorio
Dicevamo prima dell’eterna diatriba tra Team Pandoro e Team Panettone. Ecco, la famiglia Cerea ed il team capitanato dal Pastry Chef Simone Finazzi hanno preparato un lievitato in edizione super limitata di soli 1500 pezzi. Si chiama Stellato ed è il risultato dello studio della squadra di pasticceria per racchiudere, in un unico prodotto, l’anima sia del panettone che del pandoro. Un lievitato puro, senza canditi, dall’impasto dorato e soffice, con base a forma di stella (come un pandoro) e dallo sviluppo verticale e semisferico (come un panettone).
Pandoro artigianale di Verona – Il suo antenato, Nadalin di Lorenzetti
Qui entriamo veramente nella tradizione del pandoro. Nadalin è un dolce tradizionale di Verona ed era uso regalarlo ai bambini che giravano per le strade cantando le strenne di Natale. Si narra che intorno alla fine dell’Ottocento è proprio dalla ricetta di questo dolce che sia stata ideata quella del pandoro. Ma il Nadalin è veramente antico: pensa che la sua storia nasce nel 1260 quando i Della Scala avrebbero dato incarico a un pasticcere di corte di inventare un dolce simbolo della grandezza della città scaligera. Assomiglia un po’ a un pandolce basso, a forma di stella proprio come il pandoro.
Pandoro sfogliato con gocce di cioccolato di Fabio Tuccillo
Chi l’ha detto che il pandoro debba essere solo classico? Per i più piccini e per chi è rimasto un po’ bambino dentro, il Bakery chef Fabio Tuccillo ha pensato a questo pandoro, con gocce di cioccolato bianco e a latte biscottato al caramello. Sembra fatto apposta per la colazione in famiglia e per condividere un momento speciale con le persone che più si amano.
“L’altro pandoro: il tiramisù” di Gellivs
Tra le varie proposte per le feste di Gellivs, ristorante stellato di Oderzo (Treviso), troviamo L’altro pandoro: il tiramisù. Questa creazione fa parte dei tre lievitati artigianali in produzione limitata, creati dallo chef Alessandro Breda con l’aiuto di due maestri pasticceri locali. “Collaborazione e ingredienti di qualità – dichiara Alessandro Breda – questo è il punto di partenza per impastare dei dolci nati da una sinergia basata sulla passione comune per l’eccellenza e il desiderio di offrire a tutti prodotti autentici e originali per le festività”. L’altro pandoro: il tiramisù sfornato dal panettiere pordenonese Antonio Follador è un pandoro classico che all’assaggio ricorda il famoso dessert trevigiano. Con un leggera nota di caffè, il lievitato non presenta creme e, se servito tiepido con una spolverata di cacao e zucchero a velo, ricrea in bocca il gusto di uno squisito tiramisù.
La tradizione del pandoro artigianale unita a passione ed innovazione
Come sempre, è la tradizione a muovere le redini della ricerca del miglior pandoro artigianale in circolazione. A cui inevitabilmente si abbina tanta passione, tecnica e soprattutto una raffinata ed instancabile ricerca delle materie prime. Tutto nasce da Verona, ma poi si tramanda lungo lo Stivale, una fetta di pandoro dopo l’altra.