Anche quest’anno l’autunno è arrivato con un ritardo anomalo. Fino ad ottobre inoltrato ci siamo goduti gli aperitivi all’aperto con un’aria che risultava solo leggermente frizzante, ma piacevole, per poi all’improvviso ritrovarci con la classica atmosfera autunnale. Da un giorno all’altro la natura ed i suoi odori sono cambiati e anche i nostri desideri a tavola. É arrivato, quindi, il momento di scoprire i vini da bere in autunno per accompagnare i piatti tipici di questa stagione come polente, zuppe e stufati. Quale vino bere in autunno? Ecco a te la rassegna di AB Style Magazine.
Vini autunnali – Antica Hirpinia Aglianico DOC
Ho scelto di iniziare questa carrellata per scoprire quale vino bere in autunno con un vitigno storico, uno dei più antichi d’Italia. La vendemmia avviene a mano per poi passare alla maturazione in acciaio a temperatura controllata. Questo permette di avere un vino più fresco, seppur con le note tipiche del terroir dell’Irpinia. Ecco perché l’ho scelto per questo periodo dell’anno. Aglianico è un vino dalle tonalità rosso rubino e sentori di frutta rossa. Leggermente speziato, risulta corposo e con un tannino non invasivo. Perfetto per i piatti di questa stagione come pasta e fagioli, taglieri di salumi e formaggi o piatti con note di tartufo.
Vinchio Vaglio Gajera
Ho voluto provare anche un Pinot Nero del Piemonte (relativamente recente per questo territorio) e come vino per l’autunno ti consiglio Gajera di Vinchio Vaglio, cantina di cui ti ho parlato diverse volte perché l’apprezzo molto. Gajera viene realizzato esclusivamente con uve Pinot nero. Una curiosità: Gajera deriva dalla parola dialettale “gaja”, vale a dire le gazze che si rifugiano nei boschi della riserva naturale della Val Sarmassa. Abbiamo una prima fermentazione alcolica con macerazione di 5 giorni durante i quali la temperatura passa da 20 a 25 gradi per estrarre al meglio i profumi del vitigno. Poi si passa in vasche inox a temperatura di 18 °C. A quel punto, il vino passa 16 mesi in barrique, in parte nuove e in parte di secondo e terzo passaggio. Infine, dopo un’ulteriore sosta di un mese in vasche di acciaio passa in bottiglia dove, prima della messa in vendita, viene ancora affinato per circa un anno e mezzo. Tutta questa lavorazione porta Gajera di Vinchio Vaglio ad essere un vino per l’autunno che riesce ad essere avvolgente e fresco allo stesso tempo, con sentori di frutta rossa e leggermente speziato.
Ruffo della Scaletta Ciliegiolo di Narni IGT
Andiamo in Umbria e passiamo ad un Ciliegiolo che esprime al meglio il terroir di Narni. La fermentazione è spontanea e la macerazione sulle bucce conferisce a questo vino una freschezza che avvolge in maniera suadente il palato. Frutti di bosco con qualche sentore vagamente affumicato lo rendono perfetto per questo periodo dell’anno. Lo consiglio da abbinare ad un tagliere o con un arrosto.
Vino per l’autunno – Santo Iolo Vermentino IGT Pratalia
Chi l’ha detto che in autunno si bevono solo vini rossi? Rimaniamo in Umbria ed andiamo dalla Cantina Santo Iolo che propone un Vermentino molto gradevole. Pensa che la raccolta delle uve avviene esclusivamente all’alba, la fermentazione avviene a temperatura controllata per poi passare ad un riposo in acciaio fino a gennaio dell’anno successivo. Fresco, sapido ed eclettico con sapori di fiori bianchi. Lo consiglio in particolar modo per un aperitivo autunnale davanti al camino.
Vini da bere in autunno – Villa Bucher Auro
É ancora l’Umbria a offrire vini per i primi freddi. In particolar modo, ti suggerisco Auro di Villa Bucher, un vino rosso 100% Cabernet Franc affinato in botti d’acciaio che si presenta con un bellissimo color rosso intenso. Anche in questo caso avvertiamo frutta rossa come mirtilli e ribes e, grazie al suo tannino vivace ed ancora giovane, ti consiglio di degustarlo con un tagliere o con della carne rossa.
Fazio Torre dei Venti
Cambiamo totalmente ambientazione e ci spostiamo in Sicilia con questo Nero d’Avola. Sapido, vibrante, maestoso. Un grande vitigno che dà vita a questo rosso corposo ed armonico. La particolare conformazione geologica dei terreni e un clima ventilato donano alle uve caratteristiche uniche ed eleganti. La raccolta avviene manualmente consentendo di salvaguardare l’integrità degli acini. La macerazione a temperatura controllata conferisce il colore, intenso e deciso.
Il successivo affinamento, in botti di rovere francese, apporta al vino il suo pregevole bouquet aromatico, rendendolo morbido e avvolgente. Il Torre dei Venti presenta sentori di frutta rossa matura e spezie che si susseguono all’unisono cullando il palato in un viaggio emozionale, avvincente ed appassionante.
Vini autunnali – Duca di Salaparuta Triskelè
Sono le terre elette del Nero d’Avola in Sicilia, dove insistono i vigneti della Tenuta di Suor Marchesa a Riesi, il polmone viticolo delle varietà a bacca rossa e dei cru più rappresentativi di Duca di Salaparuta. Un contesto pedoclimatico straordinario in cui le interazioni tra vitigno, suolo e microclima danno vita ad un grande rosso che riassume in sé la storia enoica dell’azienda e il richiamo all’antica terra di Sicilia che porta nel nome: tre, il numero della Trinacria. Un vino che ritorna proprio nell’anno delle 200 vendemmie con la stessa anima enologica e una nuova etichetta che si colora dei tratti vividi di Emilio Murdolo. Artista potente vissuto a Bagheria – maestro di Renato Guttuso – che ha dedicato la vita e l’intera sua opera pittorica all’Arte del Carretto Siciliano. Di colore rosso profondo con riflessi violacei, il Triskelè di Duca di Salaparuta si contraddistingue per le note di amarena, more e spezie, frutto dell’affinamento in barrique. Al palato è obliquo, con un morbido tannino e un finale lungo e piacevole.
Poggio della Dogana Belladama Albana Secco 2023 Romagna DOCG
Belladama Romagna Docg Albana Secco è prodotto nella località Pideura di Brisighella, da vigneti ventennali su terreni di sabbie ocra coltivati a guyot tra i 200 e 300 metri di altitudine. La vinificazione avviene senza bucce, con pressatura lenta verticale e fermentazione in tini di acciaio a temperatura controllata con lieviti indigeni. Dopo 10 mesi di affinamento in cemento non vetrificato con battonage sulle fecce fini, il vino matura per altri 4 mesi in bottiglia. Di colore giallo dorato intenso, al naso rivela note di agrumi, fiori gialli e erbe officinali come salvia e rosmarino. Al palato, è fresco e complesso, con sentori di pompelmo, frutta esotica, note erbacee e sulfuree tipiche del territorio. Versatile a tavola, accompagna piatti come rombo al forno, baccalà fritto, fagiano in porchetta e tagliata con porcini e tartufo. Ti svelo una curiosità: il nome Belladama rende omaggio alla madre di Aldo e Paolo, poiché era il nome del cavallo da trotto che lei amava di più nella scuderia del nonno materno. L’etichetta raffigura un fiore simile alla bocca di leone.
Vini autunnali – Ronchi di Castelluccio Ronco della Simia Romagna DOC Sangiovese Modigliana 2020
Ronco della Simia Romagna Doc Sangiovese Modigliana è un Sangiovese carnoso, ottenuto da un clone con buccia spessa che conferisce al vino una struttura ricca e impenetrabile. Le doti di finezza del vino si equilibrano con la notevole potenza, che richiede una lunga maturazione in bottiglia per essere domata. Il cru si trova a 440 metri di altitudine ed è esposto a est. Il nome deriva da una leggenda locale: un militare americano, stanziato a Modigliana durante la Seconda Guerra Mondiale, seppellì la sua scimmietta da compagnia vicino a un pozzo considerato mistico, così prese il nome Ronco della Simia. L’etichetta si ispira al Corpus Aldrovandino conservato a Bologna. Ronco della Simia si sposa perfettamente con primi piatti di carne, come le lasagne alla bolognese e le pappardelle al ragù di cinghiale, oltre a secondi piatti di carni rosse e alla griglia.
Vini da bere in autunno – Terminum Gewürztraminer Vendemmia Tardiva, Cantina Tramin
Il vigneto da cui proviene Terminum si trova a circa 450 m di altitudine, su di un terreno che presenta uno strato di ghiaia calcarea e argilla, con sottofondo di roccia di porfido. La particolarità del vino è data dalla stessa vigna che, pur essendo in collina si trova all’interno di una piccola conca, non influenzata dal vento proveniente dal lago di Garda. Un grande vantaggio in realtà, in quanto permette lo sviluppo della muffa nobile che dona alla vendemmia tardiva un carattere inconfondibile. Al calice Terminum si rivela di un intenso giallo dorato. Il naso è sedotto da un caleidoscopio olfattivo ricchissimo, sulle note di pesca, albicocca, litchi, mango, buccia d’ arancia, miele e giglio. Al palato risuona l’intensa aromaticità della frutta gialla matura e del burro caramellato. Le eleganti note di botrite ne sottolineano l’eccezionalità, insieme all’ottimo equilibrio tra freschezza, dolcezza e mineralità e a un finale estremamente persistente. Perfetto l’abbinamento con frutta secca e dolci speziati alla cannella. Eccellente con i formaggi stagionati e, soprattutto, erborinati.
Gamay 2022, Le Prieuré Saint Hughes – Elemento Indigeno
Questo Gamay proposto da Elemento Indigeno proviene da una vigna con suolo di argilla, calcare e granito con certificazione biologica e biodinamica. La vinificazione avviene secondo la tecnica della macerazione carbonica, a grappoli interi, successivamente affina solamente in acciaio per 6 mesi. Al calice abbiamo, quindi, un vino dal colore rosso rubino brillante, succoso e leggero con sentori di piccoli frutti rossi, leggerissima trama tannica, fine e sottile.
Vino per l’autunno – Costador Metamorphika Macabau 2021
La vinificazione di questo vino proposto da Elemento Indigeno prevede dapprima la macerazione di pelle 100% Macabeau per 6 settimane. Questo vino viene fermentato spontaneamente, utilizzando pratiche biodinamiche, non affinato e non filtrato. Il Macabeu ha caratteristiche simili a tutti gli altri Orange Wine Costador: minerale, pietroso, fresco e complesso. È, però, più aromatico dell’altro ma non invadente. Ci sono mela, mandarino, pompelmo giallo e menta. Davvero delizioso. Un vino tra i più eleganti e degni di invecchiamento prodotti dal marchio. Frutto rotondo, un po’ ceroso, molto materico, molta arancia e pesca, fiori bianchi, spezie indiane, ma secco e una con una mineralità profonda.
Feudo Disisa Granmassenti
Torniamo in Sicilia per un vino che è il fiore all’occhiello di un progetto di recupero centrato su una delle varietà autoctone più singolari del patrimonio ampelografico della Sicilia e, in particolare, della DOC di Monreale: il Perricone. Il nome rievoca la leggenda delle “grandi ricchezze” nascoste nel Feudo Disisa, richiamando, appunto, l’opulenza e la raffinata tessitura dei suoi tannini. La spiccata ricchezza gusto – olfattiva dà una prova
evidente di piacevolezza e intensità aromatica. Si percepiscono distintamente profumi di rosa rossa, frutti di bosco, mirtilli e amarene, ma anche gradevoli sentori di pregiate spezie, racchiusi in un equilibrio accattivante e sensuale.
Principe di Corleone Ridente Orlando
Chiudo questa mia rassegna dei migliori vini per l’autunno con un altro vino siciliano: un Syrah in purezza prodotto in Contrada Malvello, dal carattere forte, dotato di buon equilibrio e struttura. Il risultato di un’attenta raccolta manuale delle uve e di una macerazione in fermentino di acciaio inox a temperatura controllata per circa dieci giorni. Il Ridente Orlando di Principe di Corleone – ispirato a un personaggio dell’avvincente poesia epica siciliana – si distingue per una grande complessità del bouquet, a base di piccoli frutti rossi misti a cioccolato e liquirizia, e persistenza al palato.
Vini da bere in autunno – Un viaggio lungo lo Stivale
Al di là della retorica che talvolta avvolge la narrativa che vede protagonista questo periodo dell’anno, personalmente devo ammettere di amare l’autunno. Il sole regala una luce pazzesca per le fotografie (d’estate è più bruciante, ora invece è calda ed avvolgente), ci prende quella voglia di rallentare un po’ e goderci un po’ i sapori della vita. Tra queste “coccole” rientrano appieno i vini da bere in autunno che ci portano per mano nella stagione fredda e verso il periodo delle feste.