É raro trovare una persona che abbia veramente a fuoco chi è, la sua vocazione e la strada che intende percorrere. Soprattutto se ha solamente 32 anni. Parla come un uomo maturo Salvatore Frega, forte delle tante esperienze lavorative e musicali che ha già avuto modo di percorrere sinora. Per quanto lo contraddistingua una chiara poliedricità, il suo mantra è uno: la passione per la musica, che è diventata il suo lavoro. Ho intervistato Salvatore Frega, una chiacchierata interessante e piacevole che mi ha permesso di conoscerlo meglio e andare oltre ciò che già potevo vedere tutti i giorni sui social. Sì, perché – tra le altre cose – Salvatore è anche particolarmente amato su Instagram e Facebook. Ecco com’è andata l’intervista a Salvatore Frega.
Salvatore Frega – Il percorso
Ci racconti la tua storia come musicista?
Salvatore Frega: Certo. Io sono pianista, compositore e sono direttore artistico. Dirigo l’Accademia Musicale della Versilia dove insegno anche pianoforte e composizione. Sicuramente nasco come pianista, visto che ho iniziato gli studi di pianoforte all’età di 4 anni. Io vengo dal Sud, precisamente da Firmo, un piccolo paesino della Calabria che conta quasi 3mila anime. Ho studiato al Conservatorio di Cosenza e parallelamente anche gli studi di composizione. Dopodiché, mi sono trasferito a Firenze dove ho continuato a studiare composizione alla Scuola di Musica di Fiesole. Nello stesso momento, ho avuto la fortuna di studiare presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che è una delle più importanti al mondo. É molto difficile entrarci e piuttosto complicato rimanerci. Possiamo dire che è quell’Accademia che ti dà il pedigree perché è in quel momento che il mondo della musica classica inizia a guardarti con un occhio diverso.
Nel 2017 ho fondato l’Accademia Musicale della Versilia che dirigo e che ha un gran successo nella nostra zona e che ora fa parte delle strutture più importanti della Toscana. Ho sviluppato e realizzato un sogno che avevo da bambino: dare quello che ho anche agli altri. Non è così semplice, ma cerco sempre di farlo. Da qui ho rilevato TG Music, una testata giornalistica, di cui sono l’editore. Si tratta di un quotidiano online in cui pubblichiamo recensioni, interviste in qualsiasi genere musicale. Infine, mi occupo anche di comunicazione digitale. É un aspetto che oggi tanti artisti non considerano, perché spesso si limitano al solo studio dello strumento, senza pensare a comunicarlo. In fondo i grandi del passato ce lo insegnano: erano loro che andavano in giro a vendere le proprie opere. Ed è un peccato che molti trascurino quest’aspetto. Personalmente, su Instagram sono il compositore più seguito, il che è una particolarità. Ma il mio lavoro principale è quello di scrivere musica. Sono un compositore a 360 gradi. Tutto il resto è un hobby che faccio molto volentieri.
In questo tuo percorso, c’è qualcuno o qualcosa che ha influito in particolare?
Salvatore Frega: Sì, sicuramente lungo il mio percorso ho avuto la persona di incontrare un po’ di persone che hanno contribuito a dare vita alla mia creatività. Tra tutti, un maestro di conservatorio, nonché grande tenore, Francesco Anile, che un giorno mi disse “Secondo me, tu oltre a suonare la musica, la dovresti creare”. Quindi mi ha spronato a mettere giù due note. Da un grande musicista come lui, questo consiglio per me ha significato molto perché evidentemente ha visto in me qualcosa. Mi ha spronato e mi ha aperto gli occhi verso la composizione.
E poi mi ha caratterizzato anche il posto dove ho vissuto da ragazzino. Il fatto di vivere in una situazione che possiamo definire muta, mi ha fatto sognare. Avevo dentro di me la rivalsa di uscire il più velocemente possibile, puntando in alto. Non sapevo cos’avrei fatto, ma sicuramente sarebbe stato qualcosa di particolare. Mentre altri miei amici si demoralizzavano per la situazione che vivevamo perché pensavano fosse impossibile farcela, per me al contrario è stato uno sprono in più.
E c’è stato un momento in cui hai capito che la tua vita sarebbe stata fatta di musica?
Salvatore Frega: Sì, l’ho capito nel momento in cui ho iniziato a mettere davanti a tutto la musica. Davanti allo svago con gli amici, davanti ad altri studi, io preferivo sempre il pianoforte e la musica. Non avevo le qualità per fare altro, se non quello. Ho rifiutato diverse proposte per avere il famoso posto fisso, perché sapevo che sarei morto all’interno di una struttura che non mi avrebbe portato al mio sogno. Oggi posso dire di avercela fatta, ma ho passato momenti difficili. Il mondo della musica è molto difficile, è per pochi, devi avere molta determinazione. Tanti finiscono con lo scappare perché non reggono questo sistema molto chiuso. Ma la cosa più bella è studiare la musica, dev’essere l’obiettivo di tutti coloro che vogliono fare questo lavoro. Non è possibile fare musica, senza conoscerla.
Salvatore Frega e la musica classica contemporanea
Tra tutti i generi, come mai proprio quello della musica classica contemporanea? E non qualcosa di più mainstream e magari più semplice?
Salvatore Frega: Hai ragione, l’hai detto tu. Quella è la strada più semplice perché miri ad un pubblico maggiore. Per me non è stata una vera e propria decisione, è stato quasi naturale. É la mia strada che mi ha portato ad appassionarmi più verso la musica classica. Mi dà quell’emozione in più rispetto alla musica trasversale. Non c’è un vero e proprio perché. Suonando Chopin mi emoziono molto di più rispetto a qualcun altro.
Nel tempo libero, cosa ascolti quando sei in macchina o ti vuoi rilassare con un bicchiere di vino?
Salvatore Frega: Ascolto tutto. É un’altra cosa che amo fare. Ascolto tanta musica pop, rock. Mi piacciono in particolar modo i gruppi rock storici e in macchina devo dire la verità amo la radio. Mi tiene compagnia. É quel mezzo di comunicazione che trovo così retrò, ma così nuovo. Perché ancora oggi è impossibile sostituirlo. Radio o podcast. Non faccio distinzioni, se è bella l’ascolto.
L’accademia di Musica della Versilia
Ascoltando il racconto del tuo percorso, si percepisce quanta esperienza tu già abbia. Ma in fondo sei un ragazzo giovane. Cosa porta un ragazzo della tua età a fondare un’accademia di musica? Non è certo banale.
Salvatore Frega: No ed è difficilissimo strutturare qualcosa del genere. Innanzitutto, come ti dicevo prima, il mio sogno era di portare agli altri la mia adrenalina e le mie emozioni che continuo a vivere. Perché sono giovane e quindi quando sono sul palcoscenico, mi emoziono. E voglio portare quest’emozione agli altri. Quindi è partita da lì l’idea di creare un’accademia. E ho pensato a tutto coloro che hanno la voglia di vivere quelle emozioni insieme a te. L’accademia supera 180 iscritti ed il mio sogno era unire il business musicale della didattica insieme alle emozioni. Dentro di me c’è una parte imprenditoriale che si unisce all’arte. Ed è un sogno che continua a crescere e che continua a darmi quella soddisfazione che non avrei mai pensato.
Salvatore Frega al Festival Puccini di Torre del Lago
Ci racconti qualcosa della tua partecipazione al Festival Puccini?
Salvatore Frega: Si tratta di un’occasione veramente unica perché è il festival estivo più importante in Italia, sia per la storia, sia per la sua tradizione. Ovviamente è il festival di Puccini, quindi la maggior parte delle opere che si ascolteranno sono opere sue. É anche uno dei festival più conosciuti al mondo perché l’impatto visivo è stupendo con il teatro in mezzo al lago. Uno scenario pazzesco, di una bellezza unica. Quando ho ricevuto questa chiamata devo dire che è stata inaspettata, nonostante io abbia la mia accademia a Viareggio. Ma non me l’aspettavo perché di solito non sei profeta in patria. Venivo da esperienze all’estero, dalla Russia, dal Kazakistan dove mi amano, ma non pensavo succedesse qui. Per me è un grande onore anche perché faccio il debutto più o meno alla stessa età di Puccini.
La chiamata per il Festival di Puccini è stata inaspettata. Di solito non si è profeti in patria.
Porto un melologo basato sul bacio perché il direttore artistico, il maestro Giorgio Battistelli, ha voluto dare quest’impronta che va a finire fino al bacio di Tosca. Tra i quattro compositori cui sono state commissionate delle opere, io in particolar modo scrivo del bacio negato. Vale a dire il bacio nel periodo del Covid perché ci ha colpiti tutti. Tanti non hanno avuto la possibilità di baciare l’amico, la fidanzata e riassumere in musica tutto ciò che abbiamo vissuto è per me veramente particolare. Perché in modo trasversale questa composizione mi fa rivivere quei momenti che sono stati veramente difficili. Il testo è di Franco Marcoaldi che è un grande poeta e scrittore contemporaneo, suonerà l’Ensemble del Teatro alla Scala e dirigerà Marco Angius. La voce recitante del testo, invece, sarà di Anna Bonaiuto. Il concerto ci sarà l’8 e il 9 agosto e un aspetto importante è che è la seconda volta dopo tanto tempo che il festival commissiona nuove opere.
Beh, in bocca al lupo e complimenti! Perché è come se tu portassi le emozioni di tutti noi su quel palco ed è una grande responsabilità.
Salvatore Frega: Viva il lupo! All’inizio è stato difficile perché quando ho letto il testo ho avuto una botta emotiva e ho capito che se non avessi organizzato le emozioni, non sarei mai riuscito a partire né a finire.
E in un certo senso è un ossimoro organizzare le emozioni…
Salvatore Frega: É una cosa difficilissima, è un contrasto impressionante. Però mi ha caratterizzato in questo periodo e mi sta tenendo vivo.
Salvatore Frega e i social media
Tu stesso poco fa dicevi che la musica classica contemporanea è poco seguita dai giovani. Eppure tu sui social sei seguitissimo ed i social media sono il pane quotidiano dei giovani e giovanissimi. Come te lo spieghi?
Salvatore Frega: Il punto è che bisogna parlare di qualcosa di difficile o apparentemente tale nel linguaggio giusto. Io parlo di musica classica contemporanea con un linguaggio semplice, facendo vedere quello che faccio, addirittura anche spiegando i momenti di composizione. Faccio entrare nella mia vita chi mi sta seguendo, magari anche solo per curiosità, e lo faccio appassionare. Parlo il linguaggio dei giovani e se questo permette di arrivare a tanta gente e in particolar modo a loro, che sono il nostro futuro. Questo è il motivo per cui sono il compositore più seguito. Dobbiamo capire che la musica classica che già è difficile, non può rimanere tale anche nella comunicazione. Bisogna far capire come la musica può emozionare. Poi ovviamente io sui social parlo di tutto, della mia vita, di quello che faccio, quindi non mi seguono solo musicisti. Gli altri magari sono appassionati di moda, di lifestyle perché è ciò che faccio vedere. E la fascia d’età dei follower va dai 18 ai 60, quindi piuttosto ampia.
I prossimi progetti
Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Salvatore Frega: Ci sarà una produzione cinematografica con le mie musiche. Ancora non posso dire molto nel dettaglio, ma le mie musiche saranno all’interno di un film molto particolare e bello. Ciò che mi ha fatto accettare questo progetto è che il regista ed il produttore hanno voluto me come compositore per le mie musiche senza scendere a compromessi neanche nella scrittura. Si cono concentrati su di me proprio per il mio stile e si sono raccomandati che io non mi snaturassi.
Un altro progetto futuro è la gestione assieme ad altri amici e colleghi del consiglio di amministrazione di una stagione dell’orchestra sinfonica della Versilia. Nel mese di settembre partiremo con la nostra prima stagione sinfonica. Siamo nati ad ottobre 2020 quindi nel pieno della pandemia, ma noi non abbiamo mollato e nonostante fare una stagione abbia dei costi esorbitanti noi ci siamo riusciti.
Un’ultima domanda che faccio sempre a tutti coloro che passano da AB Style Magazine: cos’è per te lo stile?
Salvatore Frega: lo stile è l’eleganza e l’educazione. Secondo me è una forma di rispetto. Ognuno lo vive come vuole perché è soggettivo però parto dal fatto che una persona possa avere stile per il suo modo di vestire, per il suo modo di essere, per il suo modo di approcciarsi. Ma ciò che unisce tutto è l’eleganza e il rispetto verso il prossimo perché secondo me lo stile è per noi, ma anche per l’altro. Ti faccio un esempio. Goffredo Petrassi, un grande compositore contemporaneo, riceveva i suoi alunni in casa sempre in doppiopetto. E lui era molto stiloso e questo era il suo rispetto verso l’altro. Io la vivo così tutti i giorni. Che possa essere in stile o meno, che possa essere o meno centrato sulle mode del momento, per me lo stile è questo.
Salvatore Frega: Vorrei aggiungere solo un messaggio per i giovani che vogliono fare della musica la loro vita. Continuate a sognare perché è possibile fare musica per tutta la vita. La musica spesso viene messa un po’ da parte e posso capire che i giovani si trovino davanti ad un bivio perché temono che se faranno i musicisti non avranno di che vivere. Invece, ciò che cerco di dire sempre è che con la musica si può tranquillamente vivere e sognare. Prendete la strada dell’arte e della cultura e fatela vostra.